![]() |
La città si sviluppava all'interno delle mura, fuori era campagna, con qualche rudere, qualche osteria e qualche isolata costruzione.
Le scampagnate fuori porta
E così, era tradizione specialmente nel mese di ottobre andare a fare scampagnate fuori porta. Quando le vigne erano ricolme di uve pronte per la raccolta, e la vendemmia era ancora da fare si partiva da Roma per una festa di fine raccolto, dove tra spensierati stornelli, fiumi di vini novelli, l'allegria regnava sovrana.
Le belle donne romane erano al centro dell'attenzione, con le loro mise particolari e con ornamenti floreali, rinnovando gli antichi riti dei Baccanali.
Le fraschette
In effetti ai romani è sempre piaciuto bere e mangiare fuori casa. Si vedano a tal proposito le fraschette tipiche dei castelli, dove lo stretto legame con il vino si coniuga con la la tradizione delle osterie, dette appunto ‘fraschette’.
![]() |
B.Pinelli- Gioco a morra (proprio sotto un pergolato) |
Ciò che differenziava un’osteria da una fraschetta era il fatto che quest’ultima fosse sprovvista di cucina, e qui non veniva offerto nulla, fatta eccezione per un po’ di pane o delle uova sode per non bere il vino a stomaco vuoto.
Zanazzo e le ottobrate a Testaccio
E nei suoi "Usi e costumi dei romani.." Gigi Zanazzo riferisce di gite nella zona di Testaccio, ma vediamo quello che dice a proposito:
La sera si ritornava a Roma al suono delle tamburelle, delle nacchere e dei canti.« Come per i re, ottobre è come carnevale».
E tanto si faceva a correre tra carrozze e carrettelle, che succedevano sempre disgrazie"

[Testo: Siccome Testaccio stà vvicino a Roma, l’ottobbere ce s’annava volentieri, in carozza e a piedi.
Arivati llà sse magnava, se bbeveva quer vino che usciva da le grotte che zampillava, poi
s’annava a bballà’ er sartarèllo o ssur prato, oppuramente su lo stazzo dell’osteria der
Capannóne, o sse cantava da povèti, o sse giôcava a mmòra.
La sera s’aritornava a Roma ar sóno de le tammurèlle, dde le gnàcchere e dde li canti:
«A la reale,
L’ottobbre è ffatto com’er carnovale!».
![]() |
Ottobrata Romana AJB Thomas (1791-1833) |
quant’è bono 'sto sartarello
smòvete a destra smòvete a manca
smòvete tutto cor piede e coll’anca".
La festa era ravvivata dal ritmo del saltarello e dagli effetti del vino.
Tanto che, come ci racconta lo stesso Zanazzo, il rientro in città era sempre più pericoloso della partenza.
E così le ottobrate romane ancora oggi sono famose per il bel tempo, per i colori e la luce particolare di cui si colora la città....
Tanto che, come ci racconta lo stesso Zanazzo, il rientro in città era sempre più pericoloso della partenza.
E così le ottobrate romane ancora oggi sono famose per il bel tempo, per i colori e la luce particolare di cui si colora la città....
[immagini in alto a sinistra: Campagna romana (S.Corrodi-1876) ]